lunedì 21 marzo 2011

Pensieri su tazza

Apro gli occhi. Mi sveglio. Il primo consueto tunnel  per  la realtà è negli occhi, che mi strappa dai tumulti del mio subconscio, per fortuna. Metto un piede a terra, mi tiro su. Come sono pesante la mattina! Dirigo questo golem verso il bagno, il mio corpo non ha ancora deciso cosa vuole espellere, quindi mi siedo. Ha deciso. Prendo la carta igienica e mi fermo un attimo guardando le superbe trame e pitture che la decorano. Ne sono affascinato, ma mi chiedo a cosa diavolo possano servire dei disegni sulla carta igienica, perchè non credo che un probabile Giotto vorrebbe che io contribuissi con tinte marrone pastello alla sua opera. E non credo nemmeno abbiano una qualche utilità stimolante o assorbente o chissà che altro. Forse l'intento è quello di stimolare cogitazioni sull' estetica come questa, nel luogo e nel momento che più di ogni altro è dedicato a noi stessi. Eh sì,  nel mondo frenetico in cui non si ha più tempo per l'arte , l'arte stessa ti raggiunge quando meno te lo aspetti. Pensieri sacrileghi si affollano. "Carta igienica Donatello, tutte le opere in un  solo rotolo, e per ani sopraffini cartigienica Klimt laminata oro". Strane visioni di spot mi tormentano per qualche secondo, ma vengo riportato al presente dal fatto che non sento più le gambe, ma  il seme ormai è piantato. La domanda mi si ripresenterà ogni voltà che necessiterò di tela morbida per pittura biologica. Per adesso, contribuisco all'opera con un po' di me, e non ci penso più.

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